lunedì 28 maggio 2012

Pensieri & Parole

. . . Quelli che, quando gli chiedi: "Come stai?", rispondono puntualmente: "Benissimo" o, peggio ancora, "Benone". Ecco. Mi urtano il sistema nervoso. Mi fanno partire la centralina. Per stare benissimo, o benone, bisognerebbe: fare il lavoro che ami, quello che hai sempre sognato, con uno stipendio da capogiro che farebbe impallidire i fantastiliardi di Zio Paperone; avere un fidanzato affascinante, intelligente, divertente, che non rompe mai le palle, ha un altissimo senso della comprensione ed una pazienza sconfinata quanto la misericordia di Dio; amici che gioiscono delle tue vittorie, non sanno cosa sia un tradimento o una pugnalata alle spalle, fanno fronte comune quando hai bisogno, disponibili ad alzarsi in piena notte, mettersi in auto e venirti a recuperare in autostrada perché hai forato; godere di una salute di ferro e sperare che neppure il più piccolo degli acciacchi colpisca te o le persone che ami.
Ora, se ti manca anche una soltanto di queste cose, non è possibile che tu stia benissimo, e neppure benone. Al massimo stai bene, sei sereno. Ma i superlativi lasciali a casa, per cortesia.
A me piace la gente che al "Come stai?", risponde: me la cavo; stringo i denti; potrebbe andare meglio, ma infondo non mi lamento; tutt'appost' e nient' in ordine. O, magari: "Sto una chiavica. Il mio capo è un pezzo di merda, lo stipendio non basta mai, ho scoperto che la donna ideale non esiste, e ho un mal di testa atroce, che la metà basterebbe, perché la vicina di casa ha pensato bene di iniziare i lavori di ristrutturazione alle sei del mattino!!"
Mi piace chi risponde con sincerità, perché se ne fotte di sembrare sempre forte, lucido e perfetto agli occhi degli altri. Fanculo i pessimisti cronici, ma anche gli ottimisti melensi.
State bene attenti a capire che avere tutto ciò che si desidera non equivale affatto ad essere felici.

Nessun commento:

Posta un commento