"Mi sono spesso chiesta se la solitudine esaspera la sensibilità o se si sceglie la solitudine perchè si è esasperati dalla sensibilità.
Non ho mai saputo rispondermi.
Da bambina piangevo molto facilmente.
Non piangevo per insoddisfazione , piangevo perchè vedevo il dolore e non sapevo farmene una ragione.
Piangevo d'avanti al mendicante, davanti ad una vecchia tutta storta che barcollava sul suo bastone. . .
provavo pudore per questa mia eccesiva sensibilità.
Mi guardavo intorno e vedevo che nessun altro piangeva e così, oltre al pudore, provavo anche un senso di solitudine. Quello che io vedevo, gli altri non sembravano notarlo, il loro sguardo si fermava alla forma.
La domanda nascosta dietro quelle creature pareva non affacciarsi alle loro menti. . . "
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