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Nel 1891 un americano di nome Samuel O'Reilly brevetta la famosissima macchina per i tatuaggi. Questa macchina utilizzava un sistema di tipografia particolare: vi era un ago che vibrando molto velocemente e penetrava la pelle facendo sì che il colore arivasse nel posto desiderato e in modo accurato, quindi senza errori.
Samuel O'Reilly è stato dunque il primo artista contemporaneo di tatuaggi. Egli ha anche aperto un centro per i tatuaggi su una piazza di New York, oggi famosissimo.
In alcune culture il tatuaggio è stato usato come modalità per decorare il proprio corpo. In molti paesi come il Giappone e l’India quest’è un'arte molto comune ed è spesso stettamente connessa alla religione. Nella parte indonesiana dell’isola di Borneo, quando un adolescente tornava dalla caccia dei cinghiali, veniva tatuato sulle spalle. Nella Nuova Zelanda le tribù maori consideravano il corpo come un pezzo di legno e usavano piccoli ‘‘coltelli’’ per ‘‘scolpire’’ i tatuaggi nella loro pelle e successivamente riversavano vari colori nelle ferite.
In India e Thailandia inizialmente i tatuaggi erano realizzati dai monaci che segnavano il proprio corpo credendo che i tatuaggi avessero poteri magici. Le donne persiane vedevano invece i tatuaggi come segni indicatori di bellezza. Nel Nord America, i tatuaggi indicavano lo stato civile e venivano addirittura collocati sulle guance delle donne. Nel Medio Oriente ai tempi del Vecchio Testamento, il tatuaggio era utilizzato come mezzo di venerazione degli dèi da parte dei pagani. Anche Mosè fu un sostenitore dei tatuaggi, infatti egli utlizzava questi per commemorare la liberazione degli schiavi ebrei dall'Egitto.
Sebbene gli europei sapevano dell’esistenza dei taguaggi, hanno scoperto in manera più dettagliata quest’arte a partire dal Rinascimento. Sono stati gli amerindi del Nordamerica che hanno portato questa moda anche in Europa.
Anche l’esploratore inglese James Cook ha contribuito alla diffusione della moda del tatuaggio soprattutto in Polinesia (famosi tatuaggi polinesi) ed in Europa grazie alle sue esplorazioni sul Pacifico. A quel tempo i tatuaggi indicavano che le persone possedevano beni che potevano essere utilizzati e venduti come qualsiasi altro prodotto.
A Tahiti, i tatuaggi rappresentavano episodi di vita della persona marchiata.
Quando diventavano adulti, i ragazzi venivano tatuati per indicare questo avvenimento, e quando questi si sposavano venivano tatuati con un altro modello di tatuaggio. Quando l'Impero ottomano arrivò in Bosnia, tutti i soldati sono stati tatuati dalle autorità affichè questi potessero essere riconosciuti nel caso in cui volevano lasciare l’esercito.
Più tardi, i tatuaggi sono diventati una sorta di souvenir per i marinai. Quando questi raggiungevano qualche isola esotica, si facevano un segno per simbolizzare appunto il luogo in cui erano arrivati durante le loro avventure sul mare. Ad esempio, il significato di un tatuaggio che rappresenta un drago è che il marinaio è arrivato in Cina. Inizialmente i marinai utilizzavano il loro tempo libero per imparare quest’arte e successivamente avrebbero praticato questa professione nei loro paesi d'origine. É stato proprio in questo periodo che sono stati creati i saloni di tatuaggio. Come superstizione si usava mescolare l’inchisto con la polvere da sparo perchè si credeva che questa prolungasse la vita.
Attualmente i tatuaggi sono tornati ad essere utilizzati nelle società di tutto il mondo. Ci sono diversi modelli in forma di scritte, farfalle, stelle, disegni, maori, fiori, foto, lettere, angeli ecc..
Essi sono diventati l’espressione di uno stile accettato da tutte le giovani generazioni. Alcuni hanno scelto di esprimere la propria personalità e il proprio carattere attraverso specifici modelli di tatuaggi, mentre altri decidono di fare un tatuaggio per la semplice soddisfazione di avere un disegno sul corpo. Dopo 5000 anni di tradizione in tutto il mondo, non vi è nulla che indichi che la moda del tatuaggio potrà mai scomparire.
In fondo, il tatuaggio non è solo una moda, ma anche una modalità per esprimere se stessi.
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