giovedì 26 settembre 2013

Piove

Piove da due giorni. Il nostro giardino non è più verde vivo come questa primavera.
Me ne sto qui, al tavolo vicino la finestra, osservo le gocce rimbalzare sulle ultime foglie imbrunite del nostro albero preferito. Ti ricordi quanti baci ci siamo dati sotto quell’acero? Quante volte abbiamo premuto le nostre guance quasi a farci male? Perchè noi volevamo farci male, volevamo sentirci, soffrire, morire del nostro amore.
Mi sei sempre piaciuto, anche prima di incontrarti, io ti pensavo già. Perchè anche se ancora non ti avevo, sapevo che da qualche parte tu c’eri. E infatti ti ho trovato. Ho trovato le tue grandi mani sempre calde, i tuoi occhi perennemente incollati sui miei. La tua voce, colonna sonora della mia esistenza. . .

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